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Psicologia
Bravissime, eccellenti, ma stanche anzi esauste. Insomma, le pressioni sociali legate al multitasking e il desiderio di una perfezione irrealistica, portano molte donne a sperimentare la sindrome da “Wonder woman”. Riconoscere il problema e alcune strategie pratiche aiutano a uscirne fuori. di Stefania Antonetti In palestra o attività fisica al mattino presto. Una volta a casa è d’obbligo svegliare i figli e preparali per andare a scuola. Nulla di particolare fin qui. Subito dopo parte la giornata lavorativa. E a pranzo? Qualcosa di velocissimo, poi di corsa a fare alcune commissioni e riprendere il lavoro. È finita? No di certo. Di nuovo a casa per la gestione dei compiti e delle attività fisiche o musicali dei ragazzi, e perché no, c’è spazio anche per qualche cena o uscita con i propri mariti o amiche. Tutto perfetto e sotto controllo. Ma sicuro che debba andare proprio così? Non è che questa amazzone guerriera, simbolo di forza, indipendenza e perfezione soffre semplicemente di una particolare patologia?
“Che si traduce in quella pressione autoimposta di dover essere sempre impeccabili. Ma a lungo andare questa situazione di stress può cronicizzarsi e dare luogo a sintomi fisici e psicologici - spiegano gli esperti in psicologia. Sindrome che negli ultimi anni ha contagiato molte donne, spingendole ad avere aspettative eccessive nei confronti di sé stesse e a impegnarsi al limite delle loro forze, sempre alla ricerca del successo e della perfezione - continuano gli psicoterapeuti. Ebbene precisare che dietro questo aspetto impeccabile, spesso si nasconde una donna a vita grama, fatta di corse sfrenate, multitasking compulsivo e notti insonni trascorse in una lunga serie di attività da completare”.
È un personaggio dei fumetti, creato nel 1941 negli USA dallo psicologo William Moulton Marston e dal disegnatore Harry G. Peters ed è la prima eroina femminile della DC Comics. In quegli anni di guerra, scatenata e combattuta dagli uomini, Marston affermò di aver creato il personaggio per offrire alle donne un simbolo positivo e un modello in grado di portare avanti con forza le loro idee e il loro mondo. Negli anni Settanta l’eroina ha avuto una trasposizione televisiva interpretata da Lynda Carter, mentre nel 2017 è stata impersonata da Gal Gadot nell’omonimo film. Ovviamente Wonder Woman è bellissima, forte, simbolo di integrità e moralità, intelligente e multitasking.
“Nella società contemporanea, molte donne si trovano ad affrontare la sfida di essere perfette sia sul fronte professionale che personale. Questo desiderio di eccellenza è alimentato dalle pressioni sociali legate al multitasking e al mito della perfezione che sempre più spesso sfocia appunto nella sindrome di Wonder Woman - spiega Francesco Centorrino, creatore del blog Microbiologia Italia. Sindrome che rappresenta una sfida significativa per molte donne, ma è possibile superarla adottando strategie pratiche e valorizzando il proprio benessere emotivo. Prendere coscienza delle proprie dinamiche interne e chiedere aiuto sono passi fondamentali per promuovere un equilibrio più sano tra vita personale e professionale”.
Le radici della sindrome di Wonder Woman affondano in diverse sfere della vita sociale e individuale - spiega Francesco Centorrino - e tra le cause principali troviamo: • Scarsa autostima. Molte donne tendono a fissare un ideale di perfezione irrealistico, rendendo difficile accettare i propri limiti e imperfezioni. • Pressioni sociali. Il tessuto sociale impone spesso alle donne aspettative irrealistiche, spingendole a credere di dover essere delle eroine del multitasking in tutti i ruoli che ricoprono. • Stereotipi di genere. I ruoli tradizionali attribuiti alle donne possono influenzare la percezione di sé stesse, spingendole a cercare di dimostrare costantemente la propria capacità e competenza.
È importante essere consapevoli dei segnali che indicano la presenza della sindrome - aggiunge Francesco Centorrino. Parliamo dunque di: • Difficoltà a delegare. La tendenza a voler fare tutto da sole senza chiedere aiuto o delegare compiti ad altri. • Bisogno di perfezione. Il costante desiderio di essere impeccabili in ogni situazione, sacrificando spesso i propri bisogni per soddisfare quelli degli altri. • Incapacità di dire ‘no’. La difficoltà a porre limiti e a prioritizzare i propri bisogni rispetto a quelli degli altri.
• COME SUPERARLA •Per superare è importante adottare alcune strategie pratiche - aggiunge ancora Centorrino. è importante: • Delegare compiti. Imparare a chiedere aiuto e ad affidare compiti ad altri, può alleggerire il carico mentale e favorire un maggiore equilibrio tra vita personale e professionale. • Porre limiti. Imparare a dire ‘no’ quando necessario e a stabilire confini chiari può proteggere il proprio benessere emotivo e prevenire il burnout. • Valorizzare sé stesse. Riconoscere e accettare i propri limiti e imperfezioni è essenziale per sviluppare una sana autostima e per ridurre la pressione di essere perfette. • Chiedere aiuto ad uno esperto. Un passo fondamentale nella ricerca di un equilibro tra privato e professionale.
Gli effetti psicologici della Sindrome di Wonder Woman possono essere molto seri e includere: irritabilità e stress accumulato; ansia e depressione, il costante senso di colpa e la paura di deludere possono infatti portare a vissuti ansiosi o depressivi. A lungo andare la sindrome può portare a burnout e disturbi psicologici più gravi, come disturbi ossessivo-compulsivi.